Giurisprudenza Ordinata Cronologicamente

Sulla natura privilegiata del credito del singolo associato ad un’associazione professionale
Cassazione civile, sez. VI, 2 luglio 2012, n. 11052

“La proposizione della domanda per ottenere l’ammissione al passivo fallimentare da parte di uno studio associato lascia presumere l’esclusione della personalità del rapporto d’opera professionale, e, dunque, l’inesistenza dei presupposti per il riconoscimento del privilegio di cui all’articolo 2751-bis, n. 2, c.c., salva l’allegazione e la prova della cessione del credito della prestazione professionale svolta personalmente dal singolo associato”. (in www.dejure.it)

Cassazione civile sez. VI - 2/7/2012 n. 11052

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE SESTA CIVILE
SOTTOSEZIONE 1



Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
- Dott. PLENTEDA Donato - Presidente
- Dott. PICCININNI Carlo - Consigliere
- Dott. RAGONESI Vittorio - Consigliere
- Dott. DIDONE Antonio - rel. Consigliere
- Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria - Consigliere
ha pronunciato la seguente:

ordinanza


sul ricorso 11495-2010 proposto da:
STUDIO LEGALE ASSOCIATO ANTONIELLI D'OULX - BENINTENDI in persona del Socio avv. B.F. (in proprio), elettivamente domiciliato in ROMA, VIA GREGORIO VII n. 396, presso lo studio dell'avvocato GIUFFRIDA ANTONIO, che lo rappresenta e difende; - ricorrente -

contro

FALLIMENTO GUGLIERMINO FILATI SRL (OMISSIS) IN LIQUIDAZIONE in persona del Curatore pro tempore, elettivamente domiciliato in ROMA, VIA PACUVIO 34, presso lo studio dell'avvocato ROMANELLI GUIDO, che lo rappresenta e difende unitamente all'avvocato CHIAPPO VITTORIO, giusta delega a margine del controricorso; - controricorrente - avverso il decreto nel procedimento n. 480/2010 del TRIBUNALE di BIELLA del 25.3.2010, depositato il 26/03/2010; udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del 19/04/2012 dal Consigliere Relatore Dott. ANTONIO DIDONE; udito per il ricorrente l'Avvocato Antonio Giuffrida che si riporta ai motivi del ricorso; udito per il controricorrente l'Avvocato Guido Romanelli che si riporta agli scritti. E' presente il Procuratore Generale in persona del Dott. IGNAZIO PATRONE che nulla osserva rispetto alla relazione scritta.
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
p. 1.
- La relazione depositata ai sensi dell'art. 380 bis c.p.c. dal cons. Aldo Ceccherini è del seguente tenore: "
1.
Con decreto in data 26 marzo 2010 il Tribunale di Biella ha accolto in parte l'impugnazione proposta da Studio Legale Associato Antonielli D'Oulx - Benintendi, rapp.to e difeso dai soci avv.ti d.A. e B.F., a norma dell'art. 98 legge fall., avverso il decreto di esecutività dello stato passivo del fallimento della Gugliermino Filati s.r.l. che aveva ammesso il credito vantato per prestazioni professionali prestate dallo Studio legale associato negli anni 2007-2008 in favore della società in bonis per il minor importo, rispetto al richiesto, di Euro 12.157,57, in via chirografaria e con esclusione del privilegio dell'art. 2751 bis c.c., n. 2. Il tribunale ha ammesso l'ulteriore credito di Euro 905,02, oltre ad IVA e CPA, respingendo nel resto 1'opposizione.
2.
Per la cassazione del decreto ricorre lo Studio Legale Associato Antonielli D'Oulx - Benintendi in persona del socio B. F., in proprio, per tre mezzi d'impugnazione. La curatela fallimentare ha depositato controricorso.
3.
Il ricorso può essere deciso in camera di consiglio, se saranno condivise le considerazioni che seguono.
4.
Il ricorso proposto apparentemente anche in proprio dall'avvocato B., che non era costituito in proprio nel giudizio di merito, è inammissibile. Nel decreto impugnato, infatti, il tribunale motiva diffusamente la sua affermazione, che non era controversa la legittimazione attiva - riferita sia alla domanda di insinuazione al passivo, sia al ricorso in opposizione - in capo allo Studio Legale Associato Antonielli d'Oulx - Benintendi, espressamente affermatosi titolare delle ragioni creditorie concorsuali dedotte a fondamento della domanda di insinuazione, in virtù dell'espletamento degli incarichi professionali ad esso conferiti; e questo punto non è stato fatto oggetto di autonomo mezzo d'impugnazione.
5.
Il primo motivo di ricorso denuncia la violazione dell'art. "2769 c.c.".
5.1.
Il motivo è inammissibile. Il riferimento normativo, stando allo svolgimento del ricorso, deve essere corretto in "2729" (presunzioni semplici), ma nel provvedimento impugnato non si rinviene l'affermazione censurata, che il contratto di prestazione d'opera professionale dovrebbe essere necessariamente provato per iscritto. Il tribunale si è limitato a spiegare diffusamente, con argomenti immuni da vizi logici o giuridici, le ragioni per le quali la documentazione prodotta non dimostra il rapporto sostanziale sul quale si basano le pretese creditorie respinte, nè sul punto è stato articolato un mezzo d'impugnazione per vizio di motivazione. Il giudizio del tribunale inerisce al merito della causa e non è sindacabile in questa sede.
6.
Con il secondo e il terzo motivo si denunciarla violazione dell'art. 2751 bis c.c., n. 2 e il vizio di motivazione sull'esclusione del privilegio. Si sostiene che il privilegio spetta al professionista, ancorchè inserito in un'associazione professionale.
6.1.
Anche questi motivi sono inammissibili. Lo Studio Legale, che agisce nel presente giudizio, non è legittimato a far valere in nome proprio un privilegio spettante al professionista singolo che ne fa parte (per costante giurisprudenza di questa corte, solo quando l'oggetto della prestazione di cui si chiede la liquidazione non presupponga la personalità del rapporto fra cliente e professionista "l'associazione professionale, costituendo un autonomo centro di imputazione di interessi, ha la capacità di stare in giudizio in persona dei componenti o di chi ne abbia la rappresentanza legale": Cass. 16 novembre 2006, n. 24410; il precedente è richiamato nella stessa sentenza, invocata dalla parte ricorrente, n. 22439 del 2009 che, movendo implicitamente da premesse di fatto diverse, da esso non si discosta). 7.
Si propone pertanto che il ricorso sia dichiarato inammissibile in camera di consiglio, a norma dell'art. 375 c.p.c., n. 1. La relazione è stata notificata alle parti e comunicata al pubblico ministero unitamente al decreto di fissazione dell'adunanza in camera di consiglio. p. 2.- Il Collegio condivide le conclusioni della relazione e le argomentazioni sulle quali esse si fondano e che conducono alla declaratoria di inammissibilità del ricorso. Il principio applicato ai sensi dell'art. 360 bis c.p.c., n. 1 è quello per il quale "la proposizione della domanda per ottenere l'ammissione al passivo fallimentare da parte di uno studio associato lascia presumere l'esclusione della personalità del rapporto d'opera professionale, e, dunque, l'inesistenza dei presupposti per il riconoscimento del privilegio di cui all'art. 2751 bis c.c., n. 2, salva l'allegazione e la prova della cessione del credito della prestazione professionale svolta personalmente dal singolo associato" (Sez. 1, Sentenza n. 18455 del 08/09/2011). Le spese del giudizio di legittimità - liquidate in dispositivo - seguono la soccombenza.

P.Q.M.

La Corte dichiara inammissibile il ricorso e condanna la parte ricorrente al pagamento delle spese del giudizio di legittimità che liquida in complessivi Euro 3.700,00 di cui Euro 200,00 per esborsi oltre spese generali e accessori come per legge. Così deciso in Roma, nella camera di consiglio, il 19 aprile 2012. Depositato in Cancelleria il 2 luglio 2012

Norme

Art. 111 L.F. Ordine di distribuzione delle somme

I.
Le somme ricavate dalla liquidazione dell’attivo sono erogate nel seguente ordine:
1) per il pagamento dei crediti prededucibili;
2) per il pagamento dei crediti ammessi con prelazione sulle cose vendute secondo l’ordine assegnato dalla legge;
3) per il pagamento dei creditori chirografari, in proporzione dell’ammontare del credito per cui ciascuno di essi fu ammesso, compresi i creditori indicati al n. 2, qualora non sia stata ancora realizzata la garanzia, ovvero per la parte per cui rimasero non soddisfatti da questa.
II.
Sono considerati crediti prededucibili quelli così qualificati da una specifica disposizione di legge, e quelli sorti in occasione o in funzione delle procedure concorsuali di cui alla presente legge; tali debiti sono soddisfatti con preferenza ai sensi del primo comma n. 1) (1) (2).
 
 
(1) Comma modificato dall’art. 8 del D.Lgs. 12 settembre 2007, n. 169. La modifica si applica ai procedimenti per dichiarazione di fallimento pendenti alla data del 1° gennaio 2008, nonché alle procedure concorsuali e di concordato aperte successivamente (art. 22 D.Lgs. cit.).
(2) Il D.L. 24 giugno 2014, n. 91 ha abrogato la norma di interpretazione autentica dell’art. 111 L.F. contenuta nel D.L. 23 dicembre 2013, n. 145, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n. 9. La norma abrogata così recitava: “La disposizione di cui all’articolo 111, secondo comma, del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, e successive modificazioni, si interpreta nel senso che i crediti sorti in occasione o in funzione della procedura di concordato preventivo aperta ai sensi dell’articolo 161, sesto comma, del medesimo regio decreto n. 267 del 1942, e successive modificazioni, sono prededucibili alla condizione che la proposta, il piano e la documentazione di cui ai commi secondo e terzo siano presentati entro il termine, eventualmente prorogato, fissato dal giudice e che la procedura sia aperta ai sensi dell’articolo 163 del medesimo regio decreto, e successive modificazioni, senza soluzione di continuità rispetto alla presentazione della domanda ai sensi del citato articolo 161, sesto comma”.
Prassi

Art. 111 L.F. Ordine di distribuzione delle somme

  • Circolare della Banca d’Italia, Centrale dei rischi, dell’11 febbraio 1991, n. 139, (14° aggiornamento) del 29 aprile 2011. Istruzioni per gli intermediari creditizi
  • Risoluzione dell’Agenzia delle Entrate, 3 aprile 2008, n. 127/E
    Interpello articolo 11, legge 27 luglio 2000, n. 212. Fatturazione prestazioni professionali nell’ambito delle procedure concorsuali – D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633


Tutta la Giurisprudenza

Art. 111 L.F. Ordine di distribuzione delle somme

 

II) Sulla prededucibilità dei crediti professionali

 

VIII) Sulla natura privilegiata del credito IRAP sin dalla sua introduzione

 

IX) Sulla riconoscibilità del privilegio ad un credito in forza della sua causa

 

X) Sulla natura privilegiata del credito per imposte, pene pecuniarie e soprattasse, del fideiussore di cui all’art. 11 del D.Lgs. n. 472/97

 

XI) Sugli interessi del creditore ipotecario a seguito dell’avvenuto fallimento

 

XII) Sulla natura non privilegiata del credito CONAI

 

XV) Sul professionista presentatore

 

XVI) Sulla prededucibilità dei cd. finanziamenti anomali

 

XVII) Sul privilegio del danneggiato in caso di assicurazione volontaria ed obbligatoria

 

XVIII) Sul pagamento prededucibile del subappaltatore negli appalti pubblici

 

XIX) Sui criteri determinativi del compenso professionale in caso di previo accordo scritto

 

XX) Sulla surroga anche nel privilegio del subcommittente pagatore del credito dei lavoratori dipendenti del subappaltatore

 

XXI) Sul tempo di pagamento del compenso professionale

 

XXIII) Sulla non prededucibilità delle prestazioni professionali rese in funzione di un Piano Attestato di Risanamento

 

XXIV) Sui pagamenti di crediti anteriori e sulla non necessaria natura di atti in frode

 

XXIV) Sui pagamenti di crediti anteriori e sulla non necessaria natura di atti in frode

 

XXVIII) Sulla prededuzione in consecutio

 

XXIX) Sulla sorte dei creditori prelatizi in caso di infruttuoso esito sui beni su cui insiste la prelazione

Legge Fallimentare Completa
TITOLO I
Disposizioni generali
 
TITOLO II
Del fallimento
 
TITOLO III
Del concordato preventivo e degli accordi di ristrutturazione

TITOLO IV
Dell’ammissione controllata

TITOLO V
Della liquidazione coatta amministrativa

TITOLO VI
Disposizioni penali

TITOLO VII
Disposizioni transitorie
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