Giurisprudenza Ordinata Cronologicamente
Cassazione civile sez. I - 6/11/2013 n. 24970
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE PRIMA CIVILE
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
- Dott. RORDORF Renato - Presidente
- Dott. CECCHERINI Aldo - Consigliere
- Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria - Consigliere
- Dott. CRISTIANO Magda - Consigliere
- Dott. DE CHIARA Carlo - rel. Consigliere
ha pronunciato la seguente:
sentenza
contro
contro
contro
contro
contro
contro
contro
P.Q.M.
I.
Se il concordato è stato approvato a norma del primo comma dell’articolo 177, il giudice delegato riferisce al tribunale il quale fissa un’udienza in camera di consiglio per la comparizione delle parti e del commissario giudiziale, disponendo che il provvedimento venga pubblicato a norma dell’articolo 17 e notificato, a cura del debitore, al commissario giudiziale e agli eventuali creditori dissenzienti.
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Cassazione civile, sez. I, 6 novembre 2013, n. 24970
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Sull’ammissibilità in sede di reclamo di nuovi mezzi di prova volti a dimostrare la sussistenza dei limiti dimensionali di cui all’articolo 1 L.F. Cassazione Civile, sez. I, 6 novembre 2013, n. 24970
“Secondo il costante insegnamento di questa Corte (Cass. 9174/2012, 8227/2012, 5257/2012, 22546/2010), il giudizio di impugnazione ex articolo 18 L.F. avverso la sentenza dichiarativa di fallimento, ove anche afferente il contestuale decreto di mancata omologa del concordato preventivo, ha carattere devolutivo pieno, onde non trovano ad esso applicazione i limiti previsti dagli articoli 342 e 345 c.p.c., per l’appello”. (massima redazionale)
Cassazione civile sez. I - 6/11/2013 n. 24970
SEZIONE PRIMA CIVILE
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
- Dott. RORDORF Renato - Presidente
- Dott. CECCHERINI Aldo - Consigliere
- Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria - Consigliere
- Dott. CRISTIANO Magda - Consigliere
- Dott. DE CHIARA Carlo - rel. Consigliere
ha pronunciato la seguente:
sul ricorso n. (18248/2012 R.G.) proposto da:
FALLIMENTO EUROSAK IMBALLAGGI INDUSTRIASLI S.P.A., in persona del Curatore Dott.ssa D.P.P., rappresentato e difeso, per procura speciale in calce al ricorso, dagli avv.ti prof. MENCHINI Sergio (C.F. MNCSRG57P27Z614E) e prof. Ilaria Pagni (C.F. PGNLRI64L65M059H) ed elett.te dom.to presso lo studio di quest'ultima in Roma, Piazza dell'Emporio n. 16/A; - ricorrente -
EUROSAK IMBALLAGGI INDUSTRIALI S.P.A. IN CONCORDATO PREVENTIVO; CONSORZIO NAZIONALE IMBALLAGGI - CONAI; - intimati - e sul ricorso proposto da: EUROSAK IMBALLAGGI INDUSTRIALI S.P.A. IN CONCORDATO PREVENTIVO (C.F. (OMISSIS)), in persona dell'amministratore unico Dott. C.F., rappresentata e difesa, per procura speciale in calce al controricorso, dall'avv. prof. STANGHELLINI Lorenzo (C.F. STNLNZ63R12G713O), dall'avv. prof. Francesco Barachini (C.F. BRCFNC67P29G702V), dall'avv. Lorenzo Scarpelli (C.F. SCRLNZ63C06D612K) e dall'avv. prof. Mario Libertini (C.F. LBRMRA42L24C351V) ed elett.te dom.ta presso lo studio di quest'ultimo in Roma, Via Boezio n. 14; - controricorrente e ricorrente incidentale -
FALLIMENTO EUROSAK IMBALLAGGI INDUSTRIASLI S.P.A., come sopra rappresentato difeso e domiciliato; - controricorrente a ricorso incidentale - e
CONSORZIO NAZIONALE IMBALLAGGI - CONAI; - intimato - sul ricorso proposto da: CONSORZIO NAZIONALE IMBALLAGGI - CONAI (C.F. (OMISSIS)), in persona del direttore generale Dott. F.W., rappresentato e difeso, per procura speciale a margine del controricorso, dall'avv. prof. Gian Domenico Mosco (C.F. MSCGDM54R01H501H) ed elett.te dom.to presso lo studio del medesimo in Roma, Piazza Cardelli n. 4; - controricorrente e ricorrente incidentale -
EUROSAK IMBALLAGGI INDUSTRIALI S.P.A. IN CONCORDATO PREVENTIVO; FALLIMENTO EUROSAK IMBALLAGGI INDUSTRIASLI S.P.A.; - intimati - sul ricorso (n. 18272/2012 R.G.) proposto da: CONSORZIO NAZIONALE IMBALLAGGI - CONAI (C.F. (OMISSIS)), in persona del direttore generale Dott. F.W., rappresentato e difeso, per procura speciale a margine del ricorso, dall'avv. prof. Gian Domenico Mosco (C.F. MSCGDM54R01H501H) ed elett.te dom.to presso lo studio del medesimo in Roma, Piazza Cardelli n. 4; - ricorrente incidentale -
EUROSAK IMBALLAGGI INDUSTRIALI S.P.A. IN CONCORDATO PREVENTIVO; FALLIMENTO EUROSAK IMBALLAGGI INDUSTRIASLI S.P.A.; - intimati - e sul ricorso proposto da: EUROSAK IMBALLAGGI INDUSTRIALI S.P.A. IN CONCORDATO PREVENTIVO, come sopra rappresentato difeso e domiciliato; - controricorrente e ricorrente incidentale -
CONSORZIO NAZIONALE IMBALLAGGI - CONAI, come sopra rappresentato difeso e domiciliato; - controricorrente al ricorso incidentale - e
FALLIMENTO EUROSAK IMBALLAGGI INDUSTRIASLI S.P.A.; - intimato - avverso la sentenza della Corte d'appello di Firenze n. 820/2012 depositata il 14 giugno 2012; udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del 17 luglio 2013 dal Consigliere Dott. Carlo DE CHIARA; udito per il Fallimento Eurosak Imballaggi Industriali s.p.a. gli avv.ti Ilaria PAGNI e Sergio MENCHINI; udito per la Eurosak Imballaggi Industriali s.p.a. in concordato preventivo l'avv. Lorenzo STANGHELLINI; udito per il Consorzio Nazionale Imballaggi - Conai l'avv. Gian Domenico MOSCO; udito il P.M., in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. FIMIANI Pasquale, che ha concluso per l'accoglimento del primo e del secondo motivo del ricorso del Fallimento Eurosak, assorbito il terzo motivo; l'accoglimento del quarto e del sesto motivo del ricorso incidentale del Conai, l'infondatezza del primo e del secondo motivo, l'assorbimento del terzo e l'inammissibilità del quinto motivo; l'inammissibilità dei ricorsi incidentali della Eurosak.
Fatto
SVOLGIMENTO DEL PROCESSO
Il Tribunale di Lucca negò l'omologazione del concordato preventivo con continuità aziendale proposto il 31 marzo 2011 dalla Eurosak Imballaggi Industriali s.p.a., osservando: che il credito per contributi di Euro 6.942.040,00, più interessi di Euro 1.047.825,90, vantato dal Consorzio Nazionale Imballaggi - Conai, considerato chirografario dalla debitrice, godeva invece del privilegio di cui all'art. 2758 c.c., comma 1, invocato dal creditore, oppostosi all'omologazione; sicchè mancava la provvista necessaria per il suo soddisfacimento; che comunque andava rilevata d'ufficio, pur non avendo l'opponente sollevato la relativa questione, la non fattibilità del concordato stesso, poichè il commissario giudiziale aveva evidenziato, nel suo parere finale ai sensi della L. Fall., art. 180, comma 2, la mancanza di impegni cogenti da parte delle banche quanto all'apporto di nuova finanza dopo l'omologazione; un deficit patrimoniale di oltre 850.000 euro registrato nei primi dieci mesi del 2011, con conseguente totale perdita del capitale in itinere; la mancanza di garanzie circa le previste dismissioni di due immobili; la mancanza di copertura del fabbisogno concordatario nel quinquennio 2011-2015 mediante le risorse previste nel piano. Con separata sentenza il Tribunale dichiarò quindi il fallimento della società. Il reclamo proposto da quest'ultima avverso entrambi i provvedimenti è stato accolto dalla Corte d'appello di Firenze, la quale ha revocato la dichiarazione di fallimento osservando: che al credito per contributi del Conai, soggetto di diritto privato, non poteva essere riconosciuto il privilegio speciale di cui all'art. 2758 c.c., comma 1, non trattandosi di tributi indiretti ed essendo comunque l'invocato privilegio privo di oggetto, dato che un produttore di imballaggi, come la Eurosak, per definizione si disfa dei beni su cui dovrebbe gravare il privilegio con l'atto di immissione in commercio dei medesimi costituente il presupposto contributivo; che neppure poteva riconoscersi al Conai il privilegio speciale di cui all'art. 2758 c.c., comma 2, quanto al credito di rivalsa IVA sui predetti contributi, sia perchè la relativa richiesta non era stata formulata con l'atto di opposizione, sia per l'incapienza del privilegio per le stesse ragioni indicate a proposito del privilegio speciale di cui all'art. 2758 c.c., comma 1; che la pretesa del Conai di essere inserito nella classe dei creditori chirografari strategici, ossia "essenziali per la realizzazione del piano" (dei quali era prevista la soddisfazione in percentuale maggiore degli altri) era inammissibile non avendo il creditore votato sulla proposta concordataria e non potendo, dunque, essere considerato dissenziente; che la contestazione della convenienza del concordato, da parte del medesimo creditore opponente, era meramente astratta e teorica; che il Tribunale aveva errato nel sindacare la fattibilità del concordato, valutazione non consentita al giudice essendo riservata ai soli creditori, nella specie compiutamente informati e dunque consapevoli di ogni possibile criticità dell'attuazione del concordato; che non sussisteva alcun deficit di consapevolezza da parte del ceto creditorio al momento della votazione, posto che gli elementi evidenziati dal commissario nel suo parere finale altro non erano che una riconsiderazione delle criticità già riferite in precedenza ai creditori, in particolare evidenziando l'aumento dell'entità dello sbilancio fra attività e fabbisogno concordatario. Il curatore del fallimento ha proposto ricorso per cassazione con tre motivi di censura. Un ulteriore ricorso, con sei motivi, è stato proposto dal Conai, il quale ha anche presentato, sul ricorso del curatore, controricorso contenente ricorso incidentale per cinque motivi (riproducenti i primi cinque motivi del suo precedente ricorso). La Eurosak ha resistito al ricorso del curatore con controricorso contenente anche ricorso incidentale condizionato per un motivo, cui il curatore ha a sua volta resistito con controricorso; la medesima società ha altresì resistito al primo ricorso presentato dal Conai con controricorso contenente anche ricorso incidentale condizionato per un motivo, cui il Conai ha resistito con controricorso. Tutte le parti hanno anche presentato memoria.
Diritto
MOTIVI DELLA DECISIONE 1. - I ricorsi iscritti ai nn. 18248/2012 R.G. e 18272/2012 R.G., con i rispettivi ricorsi incidentali, tutti rivolti avverso la medesima sentenza, vanno previamente riuniti ai sensi dell'art. 335 c.p.c.. 2. - Va inoltre dichiarata l'inammissibilità del ricorso incidentale del Conai, proposto dopo la proposizione di ricorso autonomo da parte del medesimo ricorrente e dunque inammissibile per l'intervenuta consumazione del diritto d'impugnazione (tra le più recenti, Cass. 2568/2012, 27898/2011, 1825/2007, 5207/2005, la prima e l'ultima rese a sezioni unite). Va altresì accolta l'eccezione, formulata dalla Eurosak nella memoria, d'inammissibilità del controricorso del Conai al ricorso incidentale proposto dalla Erosak medesima nel controricorso sul ricorso autonomo del consorzio. L'atto, invero, risulta notificato soltanto il 25 ottobre 2012, dunque oltre il doppio termine di venti giorni (art. 370 c.p.c., comma 1) dalla notifica del ricorso incidentale, avvenuta il 3 agosto 2012, considerato che ai procedimenti di impugnazione di sentenza dichiarativa di fallimento, come quello di cui trattasi, non si applica la sospensione feriale dei termini (L. 7 ottobre 1969, n. 742, art. 3 e R.D. 30 gennaio 1941, n. 12, art. 92). 3. - Il ricorso (principale) della curatela si articola, come detto, in tre motivi. I primi due, tra loro connessi, possono essere trattati congiuntamente. Con il primo motivo, denunciando violazione della L. Fall., art. 180, commi 1, 2 e 4 e L. Fal., 173, u.c., si censura la sentenza impugnata nella parte in cui nega la sussistenza del potere del tribunale di rilevare d'ufficio, in sede di omologazione, il difetto di fattibilità del piano concordatario. Con il secondo, denunciando violazione della L. Fall., art. 173, u.c. e L. Fall., art. 182, comma 2, si critica, a dichiarato completamento della censura precedente, l'omessa considerazione, da parte della Corte d'appello, dei rilievi negativi in punto di fattibilità formulati dal commissario giudiziale nelle relazioni depositate nel corso del procedimento. La medesima questione del potere di valutazione della fattibilità del concordato spettante d'ufficio al tribunale in sede di omologazione viene proposta anche con il sesto motivo del ricorso autonomo del Conai, che dunque va esaminato assieme alle censure della curatela appena richiamate. 3.1. - I motivi di cui si tratta sono infondati. Sulla questione della rilevabilità d'ufficio del difetto di fattibilità del piano concordatario si sono pronunciate, in epoca posteriore al deposito dei ricorsi ora in esame, le Sezioni Unite di questa Corte con la sentenza n. 1521 del 2013, sicchè la successiva discussione tra le parti - che non contestano le enunciazioni delle Sezioni Unite si è spostata sull'applicazione di tali enunciazioni al caso di specie. Le Sezioni Unite premettono che anche la fattibilità, intesa come prognosi di concreta realizzabilità del piano concordatario, è presupposto di ammissibilità del concordato, sul quale il giudice deve pronunciarsi esercitando un sindacato che non è "di secondo grado", non si esercita, cioè, sulla sola completezza e congruità logica dell'attestazione del professionista di cui alla L. Fall., art. 161, comma 3, ma consiste nella verifica diretta del presupposto stesso; distinguono, quindi, tra fattibilità giuridica, intesa come non incompatibilità del piano con norme inderogabili, e fattibilità economica, intesa come realizzabilità nei fatti del medesimo. Il sindacato del giudice sulla fattibilità giuridica non ha particolari limiti; la fattibilità economica, invece, è intrisa di valutazioni prognostiche fisiologicamente opinabili e comportanti un margine di errore, nel che è insito anche un margine di rischio, del quale è ragionevole siano arbitri i soli creditori, in coerenza con l'impianto generale prevalentemente contrattualistico dell'istituto del concordato; di conseguenza le Sezioni Unite, con riferimento alla fattibilità economica, individuano un solo profilo su cui si esercita il sindacato officioso dal giudice (fermo, ovviamente, il controllo della completezza e correttezza dei dati informativi forniti dal debitore ai creditori, con la proposta di concordato e i documenti allegati, ai fini della consapevole espressione del loro voto): quello della verifica della sussistenza o meno di una assoluta, manifesta non attitudine del piano presentato dal debitore a raggiungere gli obbiettivi prefissati, ossia a realizzare la causa concreta del concordato, individuabile caso per caso in riferimento alle specifiche modalità indicate dal proponente per superare la crisi mediante una sia pur minimale soddisfazione dei creditori chirografari in un tempo ragionevole (causa in astratto). Di fronte alla manifesta irrealizzabilità del piano, invero, non c'è da affettuare valutazioni o da assumere rischi di sorta. Ed è appunto sul carattere manifesto della non fattibilità economica del piano proposto dalla Eurosak, secondo i rilievi del commissario giudiziale, che fanno leva i ricorrenti per censurare la decisione della Corte d'appello che ha negato al Tribunale il relativo potere di sindacato officioso. Senonchè la tesi dei ricorrenti non è confermata dall'esame di quei rilievi. Essi si sostanziano, infatti, come si è riferito in narrativa, a) nella mancanza di impegni cogenti da parte delle banche per l'apporto di nuova finanza dopo l'omologazione; b) nel deficit patrimoniale di oltre 850.000 euro registrato nei primi dieci mesi del 2011, con conseguente totale perdita del capitale in itinere; c) nella mancanza di garanzie circa le previste dismissioni di due immobili; d) nella mancanza di copertura del fabbisogno concordatario nel quinquennio 2011-2015 mediante le risorse previste nel piano. Il carattere valutativo dei rilievi sub a) e c) è evidente, non comportando la mancanza di impegni cogenti, di cui al primo, o la mancanza di garanzie, di cui al secondo, necessariamente l'esclusione in futuro, rispettivamente, dell'apporto della nuova finanza o della vendita degli immobili al prezzo sperato; ma è ugualmente chiaro anche quanto ai rilievi sub b) e d), che si sostanziano in definitiva nella prognosi, benchè argomentata, di un andamento negativo della futura attività della Eurosak. 4. - Con il terzo motivo del ricorso del curatore si sostiene, denunciando violazione della L. Fall., art. 180, commi 1 e 2 e vizio di motivazione, che in ogni caso, contrariamente a quanto affermato dalla Corte d'appello, vi sarebbe stato un rilevante difetto d'informazione dei creditori prima del voto, in quanto nel motivato parere espresso dal commissario nel giudizio di omologazione erano contenute indicazioni nuove e più gravi rispetto a quelle già le espresse nella precedente relazione. 4.1. - Il motivo è inammissibile. La Corte d'appello ha esaminato tale rilievo e l'ha disatteso escludendo la sussistenza del difetto d'informazione al momento della votazione, in quanto gli elementi evidenziati dal commissario nel suo parere finale (corrispondenti a quelli, sopra indicati, in base ai quali il Tribunale aveva negato la fattibilità del concordato) erano soltanto una riconsiderazione, aggravata, delle criticità già riferite ai creditori. A fronte di questa statuizione - in fatto - di sostanziale trascurabilità del novum riferito dal commissario nel suo parere finale, sarebbe stato necessario articolare (ove ne fossero esisititi i presupposti) una più compiuta censura di vizio di motivazione. 5. - Con il primo motivo del ricorso (autonomo) del Conai si censura, per violazione dell'art. 2758 c.c., comma 1, la negazione del privilegio ivi previsto al credito del ricorrente per contributi non versati dalla debitrice. 5.1. - Il motivo è infondato. L'art. 2758, comma 1, cit., prevede un privilegio speciale mobiliare per il credito dello Stato per tributi indiretti. La Corte d'appello ha quindi motivato la propria decisione osservando che il contributo ambientale Conai, invece, non è dovuto allo Stato, nè configura un tributo indiretto. La differenza, infatti, fra tributi diretti e indiretti consiste in ciò, che i primi colpiscono direttamente il reddito o il patrimonio del contribuente, i secondi colpiscono atti giuridici o materiali quali manifestazioni indirette o mediate di capacità contributiva. Invece il contributo Conai, legato alla produzione di imballaggi e parametrato alla quantità, al peso e alla tipologia del materiale di cui essi sono costituiti (D.Lgs. 30 aprile 2006, n. 152, art. 224, comma 3, lett. h), non è il segno indiretto di una capacità reddituale, bensì il segno diretto della immissione nell'ambiente di rifiuti di un certo tipo. Il ricorrente non contesta la definizione dei tributi indiretti data dalla Corte d'appello, ma osserva che anche l'immissione di imballaggi sul mercato nazionale è indice mediato di capacità contributiva, nonostante la parametrazione del contributo alla quantità, peso e tipologia dei materiali impiegati: analoga parametrazione "alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie..." è infatti presente nella "tariffa integrata ambientale" (o "TIA 2", introdotta dal D.Lgs. n. 152 del 2006, art. 238, che ha sostituito la "tariffa d'igiene ambientale", o "TIA 1", di cui al previgente D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22, art. 49), costituente "il corrispettivo per lo svolgimento del servizio di raccolta, recupero e smaltimento dei rifiuti solidi urbani" (D.Lgs. n. 152 del 2006, art. 238, comma 1), alla quale pure è riconosciuta (sia nella prima che nella seconda versione) natura tributaria. Insiste, quindi, sulla natura "paratributaria" del contributo Conai e sul carattere pubblico della funzione esercitata dal consorzio quale organo indiretto della pubblica amministrazione nello svolgimento del pubblico servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, invocando perciò l'applicazione estensiva o anche analogica della norma che prevede il privilegio. Può rispondersi che non giova al ricorrente l'analogia con la richiamata "tariffa", dato che essa infatti non è un tributo indiretto, bensì una "tassa di scopo" e il privilegio che le compete è quello riconosciuto dall'art. 2752 c.c., u.c., ai tributi degli enti locali (da ult. Cass. 2320/2012). E poichè esclusivamente la qualifica di tributo indiretto rileva agli effetti dell'invocato art. 2758 c.c., comma 1, l'esclusione di essa, correttamente argomentata dalla Corte d'appello, rende superfluo interrogarsi sulla natura "paratributaria" o meno del contributo Conai; tanto più che l'art. 2758, comma 1, cit., assicura il privilegio esclusivamente allo Stato e non certo a soggetti privati, qual è pacificamente il Conai. Nè infine, può esservi spazio per una interpretazione estensiva o analogica della norma codicistica, considerati i chiari limiti lessicali della stessa e la mancanza di identità di ratio tra le due fattispecie che si vorrebbe disciplinare uniformemente. Il rigetto del motivo sotto il profilo esaminato assorbe la questione, pure sollevata dal ricorrente, della rilevanza della capienza o meno del privilegio in relazione al suo oggetto (gli imballaggi, dei quali in ipotesi il produttore si disfa, alienandoli, col porre in essere il presupposto per l'applicazione del contributo), sulla quale la Corte d'appello ha basato una seconda, autonoma ratto di rigetto della richiesta del privilegio stesso. 6. - Tale questione resta tuttavia rilevante con riferimento alla analoga ratio a base del rigetto della domanda subordinata di riconoscimento del privilegio sul credito di rivalsa IVA, ai sensi dell'art. 2758 c.c., comma 2, ratio contestata dal Conai con il secondo motivo di ricorso. Con il quale il ricorrente, denunciando violazione della predetta norma, sostiene che l'eventuale incapienza non rileva agli effetti del riconoscimento del privilegio in favore del creditore concordatario. 6.1. - Il motivo è fondato. Questa Corte, con la recente sentenza n. 12064 del 2013, ha già accolto tale tesi con riferimento alla disciplina del concordato preventivo anteriore alla modifica della L. Fall., art. 160, introdotta dal D.Lgs. 12 settembre 2007, n. 169, affermando che in quel contesto normativo, caratterizzato dalla inapplicabilità al concordarto preventivo della L. Fall., art. 54 (non richiamato dall'art. 169) e dalla condizione essenziale e indefettibile dell'integrale pagamento dei creditori privilegiati, la mancanza nel compendio patrimoniale del debitore del bene gravato da privilegio non impedisce, a differenza che nel fallimento, l'esercizio del privilegio stesso, con la conseguenza che il credito va soddisfatto integralmente (e, correlativamente, il orditore non è ammesso al voto sulla proposta di concordato). Ciò in considerazione della particolarità del privilegio di essere una qualità del credito riconosciuta dall'ordinamento in ragione della sua causa. E' ben vero, peraltro, che la coeva Cass. 8683/2013 sembra accogliere la tesi opposta; in realtà, però, essa non affronta ex professo la questione, poichè detta tesi era data per scontata già nella sentenza impugnata e fra le parti, le quali discutevano soltanto della sussistenza o meno della prova della presenza dei beni oggetto del privilegio speciale nel patrimonio del debitore concordatario. Ad avviso del Collegio l'orientamento espresso nella sentenza 12064/2013 (e seguito anche nella sentenza resa nella camera di consiglio del 25 settembre 2013 sui ricorsi nn. 4648 e 8688 del 2007) resta valido anche per il concordato preventivo come riformato dal D.Lgs. n. 169 del 2007, che ha introdotto la facoltà per il proponente di limitare la soddisfazione dei creditori privilegiati alla sola parte del loro credito che troverebbe capienza nell'ipotesi di liquidazione del bene gravato (L. Fall., art. 160, comma 3 riformato). Tale limitazione, invero, è configurata dalla legge come l'effetto di un patto concordatario; dunque in mancanza di una proposta che dia luogo a un tale patto - come nel caso che ci occupa - non può che farsi applicazione della regola generale. 7. - Con il terzo motivo si censura poi, denunciando violazione della L. Fall., artt. 183 e 18, l'ulteriore, autonoma ratio della esclusione, da parte della Corte d'appello, del privilegio del credito di rivalsa IVA, ossia l'asserita tardività della relativa questione, posta dal creditore, in violazione dell'art. 345 c.p.c., soltanto in sede di reclamo e non già in precedenza con l'atto di opposizione all'omologazione. 7.1. - Anche tale motivo è fondato, alla stregua della giurisprudenza di questa Corte, secondo la quale il reclamo, ai sensi della L. Fall., art. 18, avverso la sentenza dichiarativa del fallimento ha carattere devolutivo pieno, onde non trovano ad esso applicazione i limiti previsti dagli artt. 342 e 345 c.p.c., per l'appello (Cass. 9174/2012, 8227/2012, 5257/2012, 22546/2010). 8. - Con il quarto motivo si censura, denunciando violazione della L. Fall., art. 180 e vizio di motivazione, la statuizione d'inammissibilità della pretesa del ricorrente di essere inserito, al pari di altri, nella classe dei creditori chirografari strategici, giustificata dalla Corte d'appello con l'incomprensibile rilievo che, non avendo il Conai votato sulla proposta di concordato, non poteva "essere considerato creditore dissenziente e come tale legittimato ad una opposizione motivata sulla base di una errata inclusione in una classe chirografaria invece che in un'altra classe chirografaria". 8.1. - Il motivo è fondato. Condivisa, invero, la valutazione d'incomprensibilità della motivazione della statuizione censurata, va ribadito che legittimato all'opposizione è anche "qualunque interessato" (L. Fall., art. 180, comma 2), locuzione riferibile non soltanto a soggetti diversi dai creditori, ma anche a creditori non dissenzienti come coloro che non abbiano votato favorevolmente alla proposta per non aver preso parte all'adunanza fissata per il voto, o perchè non convocati o perchè non ammessi al voto o, infine, perchè astenuti: tali soggetti, infatti, prospettano l'interesse diretto e attuale al giudizio per contrastare l'omologazione, in riferimento al trattamento loro riservato, al di là e in aggiunta a chiunque altro, a qualunque titolo, abbia interesse ad opporsi all'omologazione (Cass. nn. 13284 e 13285 del 2012). 9. - Con il quinto motivo del ricorso Conai si censura, infine, per violazione della L. Fall., art. 146, comma 2, la statuizione con cui è stata disattesa la ragione di opposizione costituita dal difetto di convenienza del concordato, osservando che in caso di fallimento si sarebbe potuto esercitare azione di responsabilità nei confronti degli organi della società debitrice che avevano prelevato dai clienti e indebitamente omesso di versare al Conai il contributo ambientale previsto dalla legge. 9.1. - Il motivo è inammissibile. La Corte d'appello ha motivato la propria statuizione sul rilevo del carattere meramente astratto e teorico della prospettazione, da parte del Conai, della maggior convenienza del fallimento rispetto al concordato, atteso che, nella dichiarata prospettiva di un'azione di responsabilità nei confronti degli amministratori proponibile nel caso di fallimento, l'unico fatto concreto indicato a fondamento della stessa - ossia l'asserita riscossione del contributo Conai senza il successivo versamento al consorzio - non configurava un danno risarcibile nei confronti della società. Il ricorrente replica che il danno era costituito dal maturare di interessi sulle somme indebitamnente non versate al consorzio, nonchè i possibili pregiudizi non patrimoniali in termini di perdita di reputazione. Sennonchè una siffatta replica si risolve, piuttosto che nella dichiarata censura di violazione di legge, in una vera e propria critica di merito che rimanda all'accertamento di fatti (quali, ad esempio, l'eventuale eccedenza degli interessi passivi rispetto ai vantaggi dell'autofinanziamento, o la effettività del danno reputazionale) non consentito in sede di legittimità. 10. - I due ricorsi incidentali della Eurosak, condizionati all'accoglimento, rispettivamente, del ricorso del curatore fallimentare e del sesto motivo del ricorso autonomo del Conai, sono assorbiti a causa del rigetto delle censure di cui ai corrispondenti ricorsi principali. 11. - In conclusione la sentenza impugnata va cassata in relazione alle censure accolte, con rinvio al giudice indicato in dispositivo, il quale si atterrà al principio di diritto sopra enunciato al par. 6.1 e provvederà sulla ragione di opposizione di cui al par. 8, nonchè sulle spese del giudizio di legittimità.
La Corte, riuniti i ricorsi, rigetta il ricorso principale della curatela fallimentare e dichiara inammissibile il corrispondente ricorso incidentale del Conai; accoglie il secondo, il terzo e il quarto motivo del ricorso autonomo di quest'ultimo, ne rigetta il primo e il sesto motivo e ne dichiara inammissibile il quinto; dichiara assorbiti i ricorsi incidentali della Eurosak s.p.a.; cassa la sentenza impugnata e rinvia, anche per le spese, alla Corte d'appello di Firenze in diversa composizione. Così deciso in Roma, nella Camera di consiglio, il 17 luglio 2013. Depositato in Cancelleria il 6 novembre 2013
Norme
Art. 180 L.F. Giudizio di omologazione
I.
Se il concordato è stato approvato a norma del primo comma dell’articolo 177, il giudice delegato riferisce al tribunale il quale fissa un’udienza in camera di consiglio per la comparizione delle parti e del commissario giudiziale, disponendo che il provvedimento venga pubblicato a norma dell’articolo 17 e notificato, a cura del debitore, al commissario giudiziale e agli eventuali creditori dissenzienti.
II.
Il debitore, il commissario giudiziale, gli eventuali creditori dissenzienti e qualsiasi interessato devono costituirsi almeno dieci giorni prima dell’udienza fissata. Nel medesimo termine il commissario giudiziale deve depositare il proprio motivato parere.
Il debitore, il commissario giudiziale, gli eventuali creditori dissenzienti e qualsiasi interessato devono costituirsi almeno dieci giorni prima dell’udienza fissata. Nel medesimo termine il commissario giudiziale deve depositare il proprio motivato parere.
III.
Se non sono proposte opposizioni, il tribunale, verificata la regolarità della procedura e l’esito della votazione, omologa il concordato con decreto motivato non soggetto a gravame.
Se non sono proposte opposizioni, il tribunale, verificata la regolarità della procedura e l’esito della votazione, omologa il concordato con decreto motivato non soggetto a gravame.
IV.
Se sono state proposte opposizioni, il Tribunale assume i mezzi istruttori richiesti dalle parti o disposti di ufficio, anche delegando uno dei componenti del collegio. Nell’ipotesi di cui al secondo periodo del primo comma dell’articolo 177 se un creditore appartenente ad una classe dissenziente ovvero, nell’ipotesi di mancata formazione delle classi, i creditori dissenzienti che rappresentano il venti per cento dei crediti ammessi al voto, contestano (1) la convenienza della proposta, il tribunale può omologare il concordato qualora ritenga che il credito possa risultare soddisfatto dal concordato in misura non inferiore rispetto alle alternative concretamente praticabili. Il tribunale omologa il concordato preventivo anche in mancanza di voto da parte dell'amministrazione finanziaria o degli enti gestori di forme di previdenza o assistenza obbligatorie quando l'adesione è determinante ai fini del raggiungimento delle maggioranze di cui all'articolo 177 e quando, anche sulla base delle risultanze della relazione del professionista di cui all'articolo 161, terzo comma, la proposta di soddisfacimento della predetta amministrazione o degli enti gestori di forme di previdenza o assistenza obbligatorie è conveniente rispetto all'alternativa liquidatoria (2).
Se sono state proposte opposizioni, il Tribunale assume i mezzi istruttori richiesti dalle parti o disposti di ufficio, anche delegando uno dei componenti del collegio. Nell’ipotesi di cui al secondo periodo del primo comma dell’articolo 177 se un creditore appartenente ad una classe dissenziente ovvero, nell’ipotesi di mancata formazione delle classi, i creditori dissenzienti che rappresentano il venti per cento dei crediti ammessi al voto, contestano (1) la convenienza della proposta, il tribunale può omologare il concordato qualora ritenga che il credito possa risultare soddisfatto dal concordato in misura non inferiore rispetto alle alternative concretamente praticabili. Il tribunale omologa il concordato preventivo anche in mancanza di voto da parte dell'amministrazione finanziaria o degli enti gestori di forme di previdenza o assistenza obbligatorie quando l'adesione è determinante ai fini del raggiungimento delle maggioranze di cui all'articolo 177 e quando, anche sulla base delle risultanze della relazione del professionista di cui all'articolo 161, terzo comma, la proposta di soddisfacimento della predetta amministrazione o degli enti gestori di forme di previdenza o assistenza obbligatorie è conveniente rispetto all'alternativa liquidatoria (2).
V.
Il tribunale provvede con decreto motivato comunicato al debitore e al commissario giudiziale, che provvede a darne notizia ai creditori. Il decreto è pubblicato a norma dell’articolo 17 ed è provvisoriamente esecutivo.
Il tribunale provvede con decreto motivato comunicato al debitore e al commissario giudiziale, che provvede a darne notizia ai creditori. Il decreto è pubblicato a norma dell’articolo 17 ed è provvisoriamente esecutivo.
VI.
Le somme spettanti ai creditori contestati, condizionali o irreperibili sono depositate nei modi stabiliti dal tribunale, che fissa altresì le condizioni e le modalità per lo svincolo.
Le somme spettanti ai creditori contestati, condizionali o irreperibili sono depositate nei modi stabiliti dal tribunale, che fissa altresì le condizioni e le modalità per lo svincolo.
VII.
Il tribunale, se respinge il concordato, su istanza del creditore o su richiesta del pubblico ministero, accertati i presupposti di cui gli articoli 1 e 5, dichiara il fallimento del debitore, con separata sentenza, emessa contestualmente al decreto.
Il tribunale, se respinge il concordato, su istanza del creditore o su richiesta del pubblico ministero, accertati i presupposti di cui gli articoli 1 e 5, dichiara il fallimento del debitore, con separata sentenza, emessa contestualmente al decreto.
(1) La legge 7 agosto 2012, n. 134, che ha convertito, con modificazioni, il D.L. 22 giugno 2012, n. 83, ha sostituito la parola “contesta” con le parole “ovvero, nell’ipotesi di mancata formazione delle classi, i creditori dissenzienti che rappresentano il venti per cento dei crediti ammessi al voto, contestano”. La modifica si applica ai procedimenti di concordato preventivo dal 11 settembre 2012 (art. 33, comma 3, D.L. 83/2012 cit.).
(2) Comma modificato dall’art. 3, comma 1 bis, lett. a) del D.L. 125/2020, convertito in legge 27 novembre 2020, n. 159, che ha previsto l’aggiunta del seguente periodo: “Il tribunale omologa il concordato preventivo anche in mancanza di voto da parte dell'amministrazione finanziaria o degli enti gestori di forme di previdenza o assistenza obbligatorie quando l'adesione è determinante ai fini del raggiungimento delle maggioranze di cui all'articolo 177 e quando, anche sulla base delle risultanze della relazione del professionista di cui all'articolo 161, terzo comma, la proposta di soddisfacimento della predetta amministrazione o degli enti gestori di forme di previdenza o assistenza obbligatorie e' conveniente rispetto all'alternativa liquidatoria” .
La previsione entra in vigore dal 4 dicembre 2020, come da art. 1, Legge di conversione.
La previsione entra in vigore dal 4 dicembre 2020, come da art. 1, Legge di conversione.
Prassi
- Circolare Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, 11 luglio 2016, n. 22Decreto Interministeriale n. 95075 del 25 marzo 2016, emesso ai sensi dell’articolo 21, comma 4, del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 148
- Messaggio Inps, 11 maggio 2016, n. 2084 Fondo di garanzia di cui all’art. 2 l. 297/82 (TFR e crediti di lavoro); Fondo di garanzia di cui all’art. 5 d.lvo 80/92 (posizione previdenziale complementare); Documenti da presentare a corredo della domanda
- Consiglio Nazionale del Notariato, Studio n. 305 del 2015/I (approvato dal CNN nella seduta del 12-13 Gennaio 2016) Il trust liquidatorio e il trust a supporto di procedure concorsuali
- Messaggio INPS, 6 agosto 2015, n. 5223 Concordato preventivo omologato con previsione di soddisfazione parziale o di retrocessione a chirografo dei crediti privilegiati di Inail e Inps: modalità di rilascio del Documento Unico di Regolarità Contributiva. Chiarimenti.
- Interpello dell’Agenzia delle Entrate, 15 gennaio 2014, prot. n. 5378/14 Art. 11, legge 27 luglio 2000, n. 212. Istanza presentata il 20 settembre 2013 concernente l’interpretazione dell’art. 5 del D.Lgs n. 446 del 1997
- Documento per la consultazione Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia, 2 dicembre 2013 Schema rappresentativo di comportamenti anomali ai sensi dell’art. 6, comma 7, lett. b) del d.lgs 231/2007. Operativita’ connessa con l’anomalo utilizzo di trust
- Documento per la consultazione della Banca d’Italia, 29 novembre 2013 Le novità in tema di concordato preventivo. Riflessi sulla classificazione per qualità del credito dei debitori
- Circolare dell’Agenzia delle Entrate, 1° agosto 2013, n. 26/E Perdite su crediti – Articolo 101, comma 5 del TUIR modificato dall’articolo 33, comma 5, del D.L. 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134
- Circolare dell’Agenzia delle Entrate, 21 giugno 2012, n. 27/E Risposte a quesiti in materia di imposta di registro – Testo unico dell’imposta di registro, approvato con Decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131
- Risoluzione dell’Agenzia delle Entrate, 26 marzo 2012, n. 27/E Consulenza giuridica – Applicazione articolo 8 Tariffa, parte prima, allegata al Testo unico dell’imposta di registro, approvata con D.P.R. 26 aprile 1986, n. 131 (TUR), recante il trattamento fiscale degli atti giudiziari
- Circolare INPS, 7 marzo 2007, n. 53 Intervento del fondo di garanzia istituito per la liquidazione del TFR e dei crediti di lavoro diversi dal TFR in caso di insolvenza del datore di lavoro. Riepilogo delle disposizioni vigenti ed orientamenti giurisprudenziali
Tutta la Giurisprudenza
Art. 180 L.F. Giudizio di omologazione
Art. 180 L.F. Giudizio di omologazione
I) Sul controllo di legittimità demandato al giudice e su quello di merito riservato ai creditori
- Cassazione civile, sez. I, 20 aprile 2018, n. 9932 (Rel. Ferro)
- Cassazione civile, sez. VI, 01 marzo 2018, n. 4790 (Rel. Ferro)
- Cassazione civile, sez. I, 16 giugno 2017, n. 14976 (Rel. Terrusi)
- Cassazione civile, sez. I, 09 giugno 2017, n. 14444 (Rel. Ferro)
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- Cassazione civile, ord. sez. I, 30 maggio 2017, n. 13538 (Rel. Terrusi)
- Cassazione civile, sez. I, 07 aprile 2017, n. 9061 (Rel. Terrusi)
- Cassazione civile, sez. VI, 23 novembre 2016, n. 23882 (Rel. Cristiano)
- Cassazione civile, sez. I, 6 novembre 2013, n. 24970
- Cassazione civile, sez. I, 26 settembre 2013, n. 22083
- Cassazione civile, sez. I, 25 settembre 2013, n. 21901
- Cassazione civile, sez. I, 27 maggio 2013, n. 13083
- Cassazione civile, sez. un., 23 gennaio 2013, n. 1521
- Cassazione civile, sez. I, 16 settembre 2011, n. 18987
- Cassazione civile, sez. I, 15 settembre 2011, n. 18864
II) Sulla natura di parte nel giudizio di omologa del socio illimitatamente responsabile
III) Sull’omologazione del concordato preventivo proposto con transazione fiscale
IV) Sulla costituzione del commissario giudiziale nel giudizio di omologazione e sul controllo di legittimità demandato al giudice
V) Sul controllo di legittimità ex art. 173 L.F. demandato al giudice anche in fase di omologa
VI) Sulla dichiarazione di fallimento a seguito del voto sfavorevole dei creditori
VII) Sulla legittimazione a proporre opposizione all’omologazione
VIII) Sul sub-procedimento ex art. 173 L.F. pendente contemporaneamente al giudizio di omologa
IX) Sulla natura degli effetti esdebitatori relativi agli accordi successivi all’omologa del concordato
X) Sui rapporti tra concordato preventivo e fallimento
XI) Sulla nullità del decreto di revoca dell’omologazione per vizi di notifica
XIII) Sull’imposta di registro relative al provvedimento di omologa
XIV) Sull’interesse dei creditori al concordato preventivo ed all’impugnazione della conseguente sentenza di fallimento
XV) Sui mezzi di impugnazione del decreto che dichiara l’inammissibilità della proposta
XVI) Sulla reclamabilità del decreto di omologa
XVII) Sulle condizioni di ammissibilità del concordato rispetto alla regolare tenuta della contabilità ed alla veridicità dei dati aziendali
XVIII) Sul controllo di convenienza del tribunale
XIX) Sull’obbligo di accantonamento in caso di credito tributario contestato iscritto a ruolo
XX) Sull’opposizione all’omologazione del concordato
XXI) Sulla violazione del contraddittorio rispetto al creditore validamente dissenziente
XXII) Sul carattere non decisorio del decreto di omologazione del concordato preventivo rispetto all’esistenza dei crediti
XXXIII) Sull'applicabilità solo alle nuove procedure degli artt. 180, 182 bis e 182 ter l. fall. come novellati dall’art. 3 D.L. 125/2020, conv. in L. 159/2020
XXIV) Sul riparto di giurisdizione tra il giudice ordinario e quello tributario in materia di transazione fiscale
XXV) Sulla definità del decreto di omologa quale limite preclusivo al dispiegarsi degli effetti della declaratoria di incostituzionalità di una norma attributiva di un privilegio
Legge Fallimentare Completa
TITOLO I
Disposizioni generali
TITOLO II
Del fallimento
TITOLO III
Del concordato preventivo e degli accordi di ristrutturazione
TITOLO IV
Dell’ammissione controllata
TITOLO V
Della liquidazione coatta amministrativa
TITOLO VI
Disposizioni penali
TITOLO VII
Disposizioni transitorie