Il commissario giudiziale, se accerta che il debitore ha occultato o dissimulato parte dell’attivo, dolosamente omesso di denunciare uno o più crediti, esposto passività insussistenti o commesso altri atti di frode, deve riferirne immediatamente al tribunale, il quale apre d’ufficio il procedimento per la revoca dell’ammissione al concordato, dandone comunicazione al pubblico ministero e ai creditori. La comunicazione ai creditori è eseguita dal commissario giudiziale a mezzo posta elettronica certificata ai sensi dell’articolo 171, secondo comma (1).
All’esito del procedimento, che si svolge nelle forme di cui all’articolo 15, il tribunale provvede con decreto e, su istanza del creditore o su richiesta del pubblico ministero, accertati i presupposti di cui agli articoli 1 e 5, dichiara il fallimento del debitore con contestuale sentenza, reclamabile a norma dell’articolo 18.
Le disposizioni di cui al secondo comma si applicano anche se il debitore durante la procedura di concordato compie atti non autorizzati a norma dell’articolo 167 o comunque diretti a frodare le ragioni dei creditori, o se in qualunque momento risulta che mancano le condizioni prescritte per l’ammissibilità del concordato.
NORMA PRECEDENTE: D.LGS. N. 169/2007
I. Il commissario giudiziale, se accerta che il debitore ha occultato o dissimulato parte dell’attivo, dolosamente omesso di denunciare uno o più crediti, esposto passività insussistenti o commesso altri atti di frode, deve riferirne immediatamente al tribunale, il quale apre d’ufficio il procedimento per la revoca dell’ammissione al concordato, dandone comunicazione al pubblico ministero e ai creditori (1).
II. All’esito del procedimento, che si svolge nelle forme di cui all’articolo 15, il tribunale provvede con decreto e, su istanza del creditore o su richiesta del pubblico ministero, accertati i presupposti di cui agli articoli 1 e 5, dichiara il fallimento del debitore con contestuale sentenza, reclamabile a norma dell’articolo 18.
III. Le disposizioni di cui al secondo comma si applicano anche se il debitore durante la procedura di concordato compie atti non autorizzati a norma dell’articolo 167 o comunque diretti a frodare le ragioni dei creditori, o se in qualunque momento risulta che mancano le condizioni prescritte per l’ammissibilità del concordato.
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(1) Articolo sostituito dall’art. 14 del D.Lgs. 12 settembre 2007, n. 169. La modifica si applica ai procedimenti per dichiarazione di fallimento pendenti alla data del 1° gennaio 2008, nonché alle procedure concorsuali e di concordato aperte successivamente (art. 22 D.Lgs. cit.).
NORMA PRECEDENTE: R.D. n. 267/1942
Art. 173. Dichiarazione del fallimento nel corso della procedura. – I. Il commissario giudiziale, se accerta che il debitore ha occultato o dissimulato parte dell’attivo, dolosamente omesso di denunciare uno o più crediti, esposto passività insussistenti o commesso altri atti di frode, deve darne immediata notizia al giudice delegato, il quale, fatte le opportune indagini, promuove dal tribunale la dichiarazione di fallimento.
II. Il fallimento è dichiarato anche se il debitore durante la procedura di concordato compie atti non autorizzati a norma dell’articolo 167 o comunque diretti a frodare le ragioni dei creditori, o se in qualunque momento risulta che mancano le condizioni prescritte per l’ammissibilità del concordato.
I) Sul controllo d’ufficio in ogni fase del permanere delle condizioni di ammissibilità e dell’assenza di atti in frode
II) Sulla dichiarazione di fallimento a seguito di revoca dell’ammissione alla procedura di concordato
- Cassazione civile, ord. sez. I, 4 agosto 2017, n. 19611 (Rel. Nappi)
- Cassazione civile, sez. I, 03 maggio 2017, n. 10712 (Rel. Acierno)
- Cassazione civile, sez. I, 23 settembre 2016, n. 18704 (Rel. Di Marzio)
- Cassazione civile, sez. I, 26 febbraio 2016, n. 3813
- Cassazione civile sez. I, 18 aprile 2014, n. 9050
- Cassazione civile, sez. I, 2 agosto 2013, n. 18546
- Cassazione civile, sez. I, 10 aprile 2012, n. 5657
- Cassazione civile, sez. I, 16 marzo 2012, n. 4209
- Cassazione civile, sez. I, 23 giugno 2011, nn. 13817 e 13818
III) Sul compimento di atti in frode ai creditori
- Cassazione civile, sez. I, 10 aprile 2019, n. 10105 (Rel. Solaini)
- Cassazione civile, sez. I, 20 aprile 2018, n. 9932 (Rel. Ferro)
- Cassazione civile, sez. I, 23 marzo 2018, n. 7379 (Rel. Campese)
- Cassazione civile, Sez. I, 11 maggio 2017, n. 11540 (Rel. Terrusi)
- Cassazione civile, sez. I, 07 dicembre 2016, n. 25165 (Rel. Genovese)
- Cassazione civile, sez. I, 07 dicembre 2016, n. 25164 (Rel. Di Marzio)
- Cassazione civile, sez. I, 29 novembre 2016, n. 24288 (Rel. Didone)
- Cassazione civile, sez. I, 29 novembre 2016, n. 24288 (Rel. Didone)
- Cassazione penale, sez. V, 06 ottobre 2016, n. 50675 (Rel. Settembre)
- Cassazione penale, sez. V, 06 ottobre 2016, n. 50675 (Rel. Settembre)
- Cassazione civile, sez. I, 05 maggio 2016, n. 9027
- Cassazione civile, sez. VI, 31 marzo 2016, n. 6240
- Cassazione civile, sez. I, 29 gennaio 2015, n. 1726
- Cassazione civile sez. I, 29 luglio 2014, n. 17191
- Cassazione civile sez. I, 26 giugno 2014, n. 14552
- Cassazione civile sez. I, 18 aprile 2014, n. 9050
- Cassazione civile, sez. I, 15 ottobre 2013, n. 23387
- Cassazione civile, sez. I, 5 agosto 2011, n. 17038
- Cassazione civile, sez. I, 23 giugno 2011, nn. 13817 e 13818